“Dialogo Italia – Stati Uniti: Gli aspetti economici delle relazioni bilaterali”, Intervento dell’Ambasciatore Eisenberg

3 dicembre 2018
Istituto ASPEN, Roma

(As prepared for delivery)

Desidero ringraziare il Presidente di Aspen Italia, Giulio Tremonti, per avermi dato l’opportunità di essere qui oggi. È un onore per me condividere questo palco con il Ministro degli Affari Esteri Moavero.

Vorrei anche ringraziare Marta Dassù e tutto lo staff di Aspen Italia per aver organizzato questo forum, che spero sinceramente diventerà un evento annuale, in quanto ritengo che tali eventi siano fondamentali per consolidare ulteriormente I legami tra Italia e Stati Uniti.

Infine, voglio ringraziare tutti voi per essere qui.  Spero che gli interventi odierni possano generare un dibattito stimolante e produttivo.

Il mese scorso, il mondo ha avuto modo di assistere alla vibrante democrazia americana di nuovo in azione, quando 116 milioni di americani sono andati alle urne per esercitare il diritto di voto.  È stata la più grande partecipazione di tutte le elezioni di medio termine nel corso degli ultimi cento anni.

Inoltre, sono state tra le migliori elezioni a livello organizzativo di recente memoria, in cui funzionari federali, statali e di contea hanno fatto di tutto per assicurare l’integrità della procedura di voto. Gli esperti in materia di elezioni hanno constatato che l’attrezzatura per il voto era più affidabile, gli elenchi di registrazione più accurati e gli amministratori delle elezioni addestrati come non mai.

A gennaio si insedierà un nuovo Congresso e, con esso, affronteremo nuove sfide ed opportunità.  Di una cosa possiamo essere sicuri: il presidente Trump continuerà a lavorare con i legislatori per garantire sicurezza e prosperità a tutti gli americani.

Sul fronte interno, vi sono due aree promettenti per l’azione bipartisan: migliorare le infrastrutture nazionali ed abbassare il costo dei medicinali soggetti a prescrizione.

All’estero, una questione chiave per il Presidente Trump rimane il commercio.

Il commercio tra l’Italia e gli Stati Uniti è una pietra miliare della nostra relazione. Prima di venire a Roma, il Presidente Trump mi ha impresso chiari ordini di ridurre il deficit commerciale tra i nostri due Paesi.  Io gli ho detto che lo avrei fatto facendo “crescere la torta”.  Ora, nel mio secondo anno in qualità di Ambasciatore, posso dire che siamo riusciti a metà:  la torta è cresciuta – lo scorso anno, il commercio bilaterale tra Italia e Stati Uniti è aumentato di oltre il 10% a 68 miliardi di dollari.

Il nostro squilibrio commerciale, tuttavia, rimane significativo. Il surplus commerciale dell’Italia con gli Stati Uniti è di quasi 32 miliardi di dollari , mentre l’Italia compra di più dagli Stati Uniti, gli Stati Uniti comprano molto di più dall’Italia.

È chiaro che gli americani amano i prodotti italiani, ed è facile capire perché: “Made in Italy” è sinonimo di qualità e design.

Tuttavia, i grandi squilibri commerciali diventano insostenibili a lungo termine.

È necessario che gli accordi vengano aggiornati in modo tale da riflettere le realtà economiche del ventunesimo secolo.  Il nuovo patto commerciale tra Stati Uniti, Messico e Canada è un eccellente esempio di come l’amministrazione Trump stia lavorando con altri paesi per raggiungere accordi migliori.

 

L’America desidera un accordo commerciale altrettanto proficuo con l’Unione Europea. Il presidente Trump ed il Presidente della Commissione Europea Juncker hanno deciso di iniziare i negoziati per un accordo commerciale il 25 luglio. Condividiamo un obiettivo comune:  promuovere un commercio più libero, più equo e reciproco.

Speriamo vivamente di poter presto raccogliere i primi frutti per quanto concerne l’abbattimento delle barriere tecniche commerciali.  Tuttavia, siamo consapevoli che tali negoziati richiederanno tempo:  ciascuna parte deve prima perseguire I necessari processi interni per poter negoziare mandati su questioni più ampie come le tariffe.

Negli Stati Uniti, l’Amministrazione ha notificato il nostro Congresso il 16 ottobre che intende negoziare un accordo commerciale con l’Unione Europea. Siamo ora nella fase dedicata ai commenti pubblici che termina il 10 dicembre.

Con un accordo commerciale libero ed equo,  possiamo ridurre il nostro deficit commerciale e le nostre economie possono prosperare. Grazie alle politiche mirate ad incrementare la crescita, l’economia americana è già in forte crescita.  Più che mai ora l’America rappresenta una piattaforma da cui sviluppare talento ed innovazione – e ciò si riflette in tutti i prodotti e servizi che vendiamo.

Come ha detto il Presidente, “Non c’è mai stato un momento migliore per assumere, costruire, investire e crescere negli Stati Uniti.” E come il Presidente Trump ha twittato, “il Presidente del Consiglio Conte sta lavorando duramente per l’economia italiana – egli avrà successo! ”

E aggiungerò: non c’è mai stato un momento migliore per comprare “Made in the USA” e “Made in Italy”.

Tuttavia, tornando ai negoziati commerciali U.S.-UE, non enfatizzerò mai abbastanza quanto sia critico il ruolo che l’Italia può svolgere. La Vostra è una delle più grandi economie del mondo e, qualora i negoziatori europei dovessero adottare l’approccio italiano aperto ai negoziati, sono fiducioso che sia gli americani che gli italiani alla fine raggiungeranno un accordo equo.

Un settore al quale i nostri negoziatori si dedicheranno è l’energia. La diversificazione energetica è fondamentale per la sicurezza nazionale di tutte le nazioni.  Vogliamo aiutare i nostri partner e alleati europei a diversificare:  un modo per realizzare ciò è rendere più agibile l’acquisto di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti.

Con la capacità italiana di importazione e stoccaggio di GNL, il GNL americano  potrebbe rendere l’Italia  centrale nei mercati energetici europei, oltre a sostenere il suo progetto di utilizzare energia più pulita. Il GNL significa meno dipendenza da fonti volatili, maggiori opportunità economiche e aria più pulita. È una doppia vittoria , reciprocamente vantaggiosa sia per l’Italia che gli Stati Uniti.

Quando parliamo di commercio, il discorso verte necessariamente sulla Cina e le sue pratiche commerciali sleali.  Il suo ingente furto di proprietà intellettuale e sussidi industriali stravolge il commercio mondiale e danneggia tutti coloro che si attengono alle regole.

La Cina sta anche abusando delle nostre economie aperte per scaricare il suo eccesso di capacità produttiva industriale, particolarmente acciaio e alluminio. A marzo, il Presidente Trump ha imposto delle tariffe su tali settori allo scopo di  proteggere la nostra sicurezza nazionale.

Speriamo che l’Unione Europea si unisca agli Stati Uniti nell’adottare misure dirette a ripristinare l’integrità del nostro sistema commerciale. Le politiche di distorsione commerciale attuate dalla Cina danneggiano le nostre imprese, i nostri lavoratori e la nostra sicurezza nazionale.  Dobbiamo difendere i nostri interessi.

Parlando poi di sicurezza nazionale, le minacce informatiche a livello globale sono in aumento.

In questo preciso momento, due procuratori informatici del Dipartimento di Giustizia americano sono a Roma per scambiarsi informazioni con i funzionari italiani in merito a tecniche di attribuzione e procedimenti giudiziari contro individui sponsorizzati da Cina, Russia e Corea del Nord.

Dobbiamo continuare a lavorare a stretto contatto su tale questione. Gli attacchi informatici sono potenzialmente in grado di paralizzare le forniture di elettricità ed i sistemi finanziari. La posta in gioco è alta e, se non investiamo nella sicurezza informatica, rischiamo un enorme danno sia per le nostre economie che per la nostra sicurezza nazionale.

Sarebbe inoltre una notevole negligenza da parte mia se non sollevassi la questione delle sanzioni, forse uno degli strumenti diplomatici più significativi a nostra disposizione. Come ha affermato il Presidente del Consiglio Conte, le sanzioni rappresentano un mezzo per raggiungere un obiettivo, non un obiettivo per se.

Nel caso dell’Iran, lo scopo è di limitare la capacità del regime iraniano di sponsorizzare atti terroristici, tra cui complotti omicidi in Europa — come è stato riportato dalla stampa.

Nel caso della Russia, l’obiettivo è di ridurre il comportamento maligno della Russia in Ucraina – come abbiamo visto la scorsa settimana.  Che non ci sia confusione: l’America vorrebbe avere la Russia come paese amico e come forza positiva negli affari mondiali.  Ma fino a quando non cambierà rotta e si atterrà agli Accordi di Minsk, risulta difficile giustificare l’abolizione delle sanzioni.

Devo inoltre sottolineare che nell’imporre sanzioni gli Stati Uniti hanno fatto attenzione a minimizzare i danni collaterali subiti dainostri amici.  Per  esempio, il Dipartimento di Stato ha concesso all’Italia un’esenzione per porre gradualmente fine ai suoi acquisti di petrolio iraniano, e le nostre sanzioni contro la Russia sono state attentamente rivolte agli oligarchi capaci di influenzare positivamente il presidente Putin, non i cittadini ordinari.

Per concludere, è evidente che ci troviamo ad affrontare numerose sfide, ma l’ottimismo prevale.  L’Italia e gli Stati Uniti hanno molte risorse da cui attingere, non ultime la dedizione, , l’esperienza e la competenza di persone come Voi.

Il mio Paese è grato per l’Alleanza Transatlantica, forse la più grande della storia, ed è  impegnato a mantenere la sua forza e la sua determinazione.

Il nostro mondo sta cambiando ad un ritmo rapido, ma la nostra alleanza bilaterale e transatlantica – che ha aperto la strada a 75 anni di pace senza precedenti in Europa – non può, non vuole e non deve rinunciare.

Vi ringrazio per la cortese attenzione, in attesa di intraprendere una discussione produttiva e interessante. Grazie.