Intervista all’Ambasciatore Eisenberg al quotidiano on-line Fanpage, 16 aprile 2020

16 aprile 2020

Un saluto ai lettori di Fanpage, siamo qui oggi con l’Ambasciatore americano, Mr. Eisenberg. Grazie per essere qui con noi. Thank you for being here with us.

A: Grazie a lei. Vorrei iniziare porgendo le mie più sentite condoglianze ai familiari di tutte le vittime italiane. È un momento molto difficile per l’Italia, per gli Stati Uniti, per tutto il mondo. È un fatto eccezionale nelle nostre vite avere una pandemia, e una pandemia così aggressiva.

Q: Come la stanno gestendo questa emergenza gli Stati Uniti, che situazione c’è negli Stati Uniti?

A: Dunque, siamo indietro di diverse settimane, forse un mese rispetto all’Italia, e [la pandemia] è stata violenta. In particolare, i miei figli e i miei nipoti sono nell’area di New York e del New Jersey, che è stata la più colpita finora con oltre la metà dei casi negli Stati Uniti. Questo per me è motivo di grande preoccupazione, poiché proprio qui si è registrata la maggiore perdita di vite umane, troppe per poterle contare.

D: Gli Stati Uniti e il presidente Trump ci hanno inviato finora $100 milioni di aiuti. Può dirci qualcosa in più, in cosa consisterà il supporto, come verrà utilizzato?

A: Si tratta di un’azione molteplice per far fronte a molti dei problemi che si sono verificati e che si stanno verificando proprio mentre parliamo. Forniremo un aiuto significativo alle ONG, alle organizzazioni non governative, cosa che stiamo già facendo e che aumenterà con regolarità. La ONG Samaritan’s Purse è stata una delle prime ad arrivare qui, si è trasferita in Italia per fare un lavoro eccezionale a Cremona; attrezzature e forniture saranno significative. Come sapete anche gli Stati Uniti ne hanno bisogno nella fase in cui si trovano, anche noi come voi eravamo a corto di forniture, ma globalmente ne arriveranno; ci sarà anche personale che fornirà assistenza: ci sono 30.000 americani nelle basi militari, avranno un ruolo chiave, forniranno trasporti, si prenderanno cura dei civili e delle loro famiglie. E’ prevista anche l’assistenza nella ricerca medica, che costituirà un supporto finanziario significativo, e che diventerà ancora più significativo nelle prossime settimane per rimettere in piedi e far ripartire le aziende italiane, incluse le piccole imprese. Il nostro supporto avrà due obiettivi: quello di aiutare l’Italia a sconfiggere il COVID-19, e quello di rafforzare il commercio e rendere l’Italia di nuovo forte economicamente.

D: Siamo a Napoli, dove si trova una delle principali basi americane. Quindi i militari statunitensi ci aiuteranno anche nella lotta contro il COVID-19, giusto?

A: Sì, è così.

D: Oltre a questi 100 milioni, pensa che ci saranno ulteriori fondi o ulteriori aiuti forniti dagli Stati Uniti in futuro?

A: Penso che ci sarà assistenza continua non solo sul COVID-19, ma lavoreremo insieme come partner come abbiamo sempre fatto, e troveremo modi per essere costruttivi nel farlo. Sì, troveremo modi per essere costruttivi.

D: Nonostante la ricerca medica proceda a pieno ritmo, ci sono molte difficoltà a trovare un vaccino. Pensa che una partnership tra Italia e Stati Uniti possa essere efficace anche in campo medico?

A: Penso che lo sarà sicuramente, non solo è una possibilità, ma sta già accadendo, penso al progetto avviato dall’Università di Pittsburgh, e che coinvolge anche un ricercatore italiano, credo che siano molto vicini, tra i più vicini allo sviluppo di un vaccino, che sarà fondamentale per lasciarci alle spalle la pandemia. Senza dubbio c’è grande margine per lavorare insieme.

D: l’Italia è molto più avanti degli Stati Uniti nella lotta contro il COVID-19. C’è qualcosa che negli Stati Uniti la gente sta imparando dall’esperienza italiana, dagli esperti in ambito medico o altro?

A: Beh, guardiamo all’Italia per molte cose, speravamo di non dover mai trarre insegnamenti dall’Italia in circostanze così difficili ma stiamo imparando dalle esperienze e dalle conoscenze di cui l’Italia ora dispone, e anche questo dà un contributo a ciò che ci accomuna e che ci rende cosi uniti.

D: In un’intervista con il Ministro degli Esteri Di Maio, abbiamo parlato dei cittadini italiani che tornano in Italia dagli Stati Uniti durante questo difficile momento. Ci sono molti cittadini statunitensi che tornano in patria durante questo periodo? Li state aiutando? Ed è stato difficile?

A: Sì, abbiamo avuto un certo numero di cittadini che sono rientrati, quelli che hanno interrotto le vacanze in anticipo in attesa di ripartire. Per tutti comunque la nostra sezione consolare in tutti i nostri consolati e a Roma è al servizio di coloro che intendono tornare negli Stati Uniti.

La Cina è stato il primo paese a riprendersi dalla pandemia. E’ preoccupato che la partnership storica fra Italia e Stati Uniti possa essere soppiantata dalla Cina, visto che sta uscendo per prima dall’emergenza e può diventare un partner importante?

Personalmente credo che in un momento del genere, se c’è qualcuno che ci fornisce un aiuto sincero, senza secondi fini, con l’unico obiettivo di farci guarire e ripartire, dovremmo accettare ogni aiuto possibile da parte di chi ha già fatto questa esperienza. Non riesco a pensare a nulla che possa cambiare tutto ciò che unisce i nostri due Paesi, condividiamo il principio della democrazia e della libertà individuale che fa ormai parte integrante delle nostre vite. Non credo che ci sarà mai alcuna forza o ragione che potrà cambiare quei valori di libertà individuale. Ma ciò non vuol dire che non possiamo lavorare con il resto del mondo, soprattutto nel cercare di risolvere problemi che rappresentano un pericolo per tutti.

Un’ultima domanda: lei ha detto di essere toccato anche personalmente perché ha i suoi familiari a New York e nel New Jersey. Ma lei è stato anche a capo dell’Autorità Portuale di New York, quindi ha molti amici lì. Ha un messaggio personale da parte di una persona che conosce bene quella città?

Sì, questo è un altro 11 settembre per me personalmente, ma in modo molto diverso. La perdita di così tanti amici, e la perdita di così tante vite, e amici che stanno soffrendo mentre stiamo parlando; ma anche la preoccupazione e la paura di avere i miei undici nipoti, le mie tre figlie e i loro mariti nel centro dell’area più duramente colpita in questo momento, tutto questo mi fa tornare gli stessi brividi di quei momenti passati. Ma di una cosa sono certo, sono certo di ciò che ci accomuna, del nostro carattere tenace, che ci farà superare anche questo momento, così da evitare in futuro un’altra simile catastrofe. Quindi nutro speranza e fede, ho ascoltato Bocelli cantare “Amazing Grace” in modo splendido a Milano. La canzone che ho ascoltato così tante volte ai funerali dopo l’11 settembre era così incredibilmente bella, e ha concluso in modo incredibile questa solenne festività. Ricordi del passato e ricordi recenti, insieme ce la faremo. E grazie per questa opportunità. Grazie.

Thank you Mr. ambassador for being with us today.

Indeed, thank you very much