Editoriale pubblicato da Il Messaggero del 10 agosto 2023
Roma, 10 agosto 2023
Di Shawn Crowley,
Incaricato d’Affari degli Stati Uniti in Italia e San Marino
La Russia sta utilizzando il cibo come un’arma, a spese delle popolazioni di tutto il mondo, e soprattutto di quelle più povere e a rischio alimentare. Il ritiro della Russia dall’Iniziativa del Mar Nero (BSGI), avvenuto il 17 luglio scorso, e l’acquisto del grano ucraino destinato ai mercati globali, sono atti spietati che metteranno a rischio innumerevoli vite umane. Come ha detto il Segretario Blinken, prima che la Russia abrogasse l’accordo, “35 milioni di tonnellate di prodotti alimentari sono partiti dall’Ucraina. L’equivalente di 18 miliardi di porzioni di pane: ecco ciò che la Russia ha strappato via”.
L’Iniziativa del Mar Nero è stata il risultato di una mediazione delle Nazioni Unite e della Turchia per garantire il flusso di grano e di altri prodotti alimentari dai porti ucraini. Ha permesso la spedizione di cereali e generi di vitale importanza, contribuendo alla stabilizzazione dei prezzi dei prodotti alimentari e alla loro riduzione di quasi il 20 per cento, dopo l’impennata seguita all’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia.
A seguito del ritiro della Russia dall’Iniziativa del Mar Nero, avvenuto il 17 luglio scorso, i prezzi dei cereali hanno subito un forte aumento. E la Russia non si è limitata a ritirarsi dall’accordo. Ora attacca i silos di grano e altre infrastrutture portuali in Ucraina. Minaccia le navi di Paesi terzi che tentano di caricare grano dai porti ucraini. Sull’impatto delle azioni della Russia, il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha dichiarato: “A pagarne il prezzo saranno centinaia di milioni di persone che soffrono la fame, e i consumatori che stanno affrontando una crisi globale del costo della vita.” Anche Papa Francesco ha invitato la Russia a rivedere la sua decisione di abbandonare l’accordo sui cereali del Mar Nero.
Nonostante le affermazioni contrarie della Russia, oltre la metà del cibo e i due terzi del grano provenienti dall’Iniziativa del Mar Nero sono stati destinati ai Paesi in via di sviluppo, comprese alcune delle regioni più fragili del mondo dal punto di vista alimentare, come il Corno d’Africa, il Sahel, lo Yemen e l’Afghanistan. L’Iniziativa ha contribuito a ridurre le privazioni nei Paesi più poveri, portando il grano sui mercati mondiali e contribuendo alla riduzione dei prezzi dei generi alimentari per tutti.
Mosca sta anche approfittando dei prezzi più alti per le proprie esportazioni, tenendo il grano ucraino fuori dal mercato. La Russia continua a vendere quantità record del proprio grano. Nonostante ciò che affermano le campagne di disinformazione di Mosca, gli Stati Uniti non hanno imposto sanzioni sulle esportazioni di prodotti agricoli russi. Ciò è dovuto al nostro impegno per la sicurezza alimentare globale. Le Nazioni Unite hanno facilitato le esportazioni russe di prodotti alimentari. Le sanzioni del G7 non colpiscono l’export di cibo e fertilizzanti dalla Russia.
Come ha detto il Primo Ministro Meloni, “la decisione della Russia di interrompere l’accordo del grano è l’ulteriore prova su chi è amico e chi è nemico dei Paesi più poveri. Riflettano i leader di quelle nazioni che non vogliono distinguere tra aggredito e aggressore. Usare la materia prima che sfama il mondo come un’arma è un’altra offesa contro l’umanità”.
La Russia deve permettere le indispensabili spedizioni di grano che nutrono milioni di persone in tutto il mondo. Deve fermare i suoi attacchi contro magazzini e porti. Deve smettere di minacciare le navi dei Paesi che non sono impegnati nei combattimenti. La Russia deve smettere di utilizzare il cibo come arma.
Di U.S. Mission Italy | 10 Agosto, 2023 | Categorie: Affari politici, Informazioni, Politica, Stati Uniti e Italia