Si conclude in questi giorni la prima fase dell’intervento conservativo della facciata di Palazzo Margherita, sede dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America, già palazzo Boncompagni Ludovisi e residenza della prima regina d’Italia Margherita di Savoia.
Il progetto, dello Studio DDM Architetti Associati & Arch. Anelinda Di Muzio, è probabilmente il primo vero intervento di restauro sull’edificio dal momento della sua edificazione, avvenuta tra il 1885 e il 1890 ad opera di Gaetano Koch: le precedenti operazioni hanno, infatti, mirato principalmente a riparare eventuali danni e ricoprire con interventi successivi le superfici con strati di colore e scialbature, che ne hanno modificato l’aspetto, alterando il progetto originario di Koch.
La metodologia e le linee guida dell’intervento, sapientemente eseguito dalla joint venture ECORIMAR/KERMES Restauro Beni Artistici s.n.c. sotto la direzione dell’Ing. Giovanni Chiminello e del Geom. Sergio Antongirolami della sezione Facility Management dell’Ambasciata USA e con la consulenza tecnica della Dott.ssa Valeria Brunori GSO/Cultural Heritage Office della medesima Ambasciata, sono stati messi a punto con il fondamentale concorso dell’Ing. Claudio Baldani della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, che ha svolto le funzioni di alta sorveglianza, e di un gruppo di consulenti e professionisti esterni ed interni all’Ambasciata, con il fine di realizzare le opere di ripristino e conservazione in base al principio del minimo intervento e nel rispetto delle caratteristiche del bene da restaurare.
A questo scopo nel corso della prima fase dell’intervento sono state eseguite una serie di indagini scientifiche e prove di pulitura e stuccatura, che hanno permesso di recuperare nel corso del restauro l’originario schema colorimetrico della facciata, restituendone l’equilibrio architettonico nelle eleganti tonalità del travertino e del mattone, tipiche dell’architettura di Koch, ammorbidite e sfumate dalla patina del tempo.
La seconda fase, che inizierà a partire dalla metà di agosto, interesserà la parete sud e il completamento della facciata ovest in cui si trovano il balcone, il monumentale portico di ingresso e gli stemmi Savoia; nel corso dei nuovi interventi proseguiranno le campagne delle indagini e test che hanno preceduto i lavori della prima fase, con l’obbiettivo di completare la conoscenza dei caratteri originari delle superfici esterne del Palazzo e di restituirne l’antica armonia.