L'”Independence Day” al Consolato Americano di Firenze

Independence Day 2017

Firenze, 3 luglio 2017

(As prepared for delivery)

Buonasera e benvenuti alla 241esima celebrazione dell’Indipendenza Americana.

Non sembra vero che esattamente tre anni fa, stessi ascoltando la Signora Sarah Morrison, mentre teneva un discorso simile. Non vedevo l’ora di conoscere tutti voi e di affrontare le numerose sfide che ci attendevano. E ora, tre anni dopo, il cerchio si è chiuso. Vorrei cominciare dicendo che è stato un grandissimo onore poter servire il mio Paese, e far parte della vostra comunità, in questi tre anni. Vorrei approfittare di questo momento per ripercorrere tutto ciò che abbiamo fatto insieme.

  • Abbiamo rafforzato la sicurezza dei nostri 6,000 studenti americani, che sono accolti qui da generazioni.
  • Abbiamo fatto collaborare studenti americani ed italiani insieme, su progetti di volontariato, con la partecipazione delle forze dell’ordine italiane, le quali hanno fornito istruzioni sulla sicurezza e abbiamo costituito un partenariato pubblico-privato attraverso il comitato di sicurezza oltre oceano [Overseas Security Advisory Committee].
  • Abbiamo collaborato all’organizzazione di tre incontri ministeriali che si sono tenuti nell’ambito del G7 nel nostro distretto consolare – uno è stato il primo incontro ministeriale del G7 che si sia mai tenuto sul tema della cultura. E Firenze era certamente il luogo ideale.
  • Gli altri due, tenutisi a Lucca e Bologna, hanno visto le prime visite in Italia dei nostri nuovi Segretari di Stato e dell’Ambiente.
  • Abbiamo lavorato con le istituzioni locali, comprese quelle religiose, per rafforzare il dialogo sull’integrazione degli immigrati e dei rifugiati. Abbiamo finanziato un programma per combattere l’estremismo nelle carceri, e un altro che offre un corso di educazione civica agli studenti universitari toscani di origine araba.
  • Abbiamo collaborato con la città di Firenze e con i vari gruppi locali per dimostrare il nostro sostegno ai diritti della comunità LGBTQ.
  • Abbiamo lavorato con le Camere di Commercio, con Confindustria, l’ American Chamber of Commerce, e le regioni Toscana ed Emilia Romagna per incrementare gli investimenti americani nelle due regioni, e quelli italiani negli Stati Uniti.
  • Abbiamo rafforzato ulteriormente le relazioni con la Repubblica di San Marino, firmando lo storico accordo FATCA, lavorando a stretto contatto su questioni d’interesse reciproco, dalla riforma finanziaria alla doppia imposizione, dai diritti umani all’immigrazione.
  • Abbiamo rafforzato anche lo stretto legame storico e culturale che ci unisce.
  • Abbiamo organizzato un evento nel quale abbiamo promosso i vini del mio Stato, la Virginia – nello spirito di Filippo Mazzei, il medico, uomo d’affari, e filosofo toscano, che suscitò l’interesse di Thomas Jefferson producendo vino nella tenuta di Monticello.
  • Abbiamo rinnovato le relazioni fra il parco della Statua della Libertà e la Chiesa di Santa Croce, la cui statua della liberta della poesia, fu d’ispirazione per la nostra.
  • Abbiamo ricordato coloro che hanno fatto sacrifici per la libertà, i diritti umani, e la protezione del patrimonio culturale. L’anno scorso, in occasione dei cinquant’anni dalla terribile alluvione che danneggiò preziose opere d’arte e letterarie di Firenze e della Toscana, abbiamo ricordato gli “Angeli del Fango” americani, che contruibuirono al recupero di innumerevoli beni preziosi – come anche gli artigiani italiani che, nel 2005, vennero a New Orleans per portare aiuto in seguito all’uragano Katrina.
  • Ogni anno, nel mese di maggio, ci riuniamo presso il Cimitero Militare Americano, per onorare le migliaia di soldati americani che aiutarono a liberare l’Italia dal faScismo durante la Seconda Guerra Mondiale.
  • Quest’anno, abbiamo commemorato il centesimo anniversario dell’entrata degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale. Più di 4,7  americani combatterono durante la Grande Guerra: costituivano più del 25 per cento della popolazione maschile americana, e in più di centomila sacrificarono le proprie vite in nome della creazione di una pace duratura.

Io sono solo un anello nella lunga catena dei Consoli Generali che hanno servito gli Stati Uniti d’America da Firenze, e sono certa che ognuno di noi lascia un pezzo di cuore qui quando se ne va. Questa città, che da centinaia di anni ha dato vita a dialoghi internazionali, arte rivoluzionaria e filosofia controversa, ispira tutti noi. Se dovessi scegliere un principio guida fra quelli che hanno cambiato la storia di Firenze, sceglierei quello della potenza dell’individuo. E se dovessi inviare un messaggio, sarebbe che ognuno di noi può fare la differenza. Questo è un mondo in cui, ci confrontiamo con sfide provenienti da diverse direzioni: sconvolgimenti economici, dibattiti politici, preoccupazioni per i diritti umani. E, come il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, ha affermato in un recente discorso, non possiamo aspettare che sia il Governo a sistemare le cose. Noi, come individui, abbiamo l’obbligo di guardarci intorno, e cambiare ciò che possiamo – e lavorare insieme per costruire il futuro che vogliamo per i nostri paesi e per le nostre famiglie. Come disse l’antropologa Margaret Mead, “Non dubitare mai, che un piccolo gruppo di cittadini dedicati, possa cambiare il mondo; anzi, sono gli unici che possano riuscirci”.

È proprio vero che visitare un posto non è lo stesso che viverci. Nei miei vent’anni come diplomatica, ho avuto l’opportunità di sperimentare questa teoria nei paesi più differenti, dalla Moldavia all’Etiopia, dalla Rusia alla Ghana. Sono arrivata qui nell’estate del 2014, esaltata dall’idea di trasferirmi nella città di Machiavelli, Dante e Leonardo, ed entusiasta del fatto di poter rappresentare il mio paese per rafforzare ed approfondire i nostri legami con l’Italia. E ora, che sono alla fine di questi miei tre anni a Firenze, sono grata di aver avuto l’opportunità di diventare parte di questa città meravigliosa, e di tutto il nostro distretto consolare. So per certo che Ben Wohlauer, che prenderà il mio posto, ha una ricca esperienza sul campo e una conoscenza della lingua italiana migliore della mia. Sono sicura che continuerà ad assicurarsi che i nostri paesi continuino a progredire insieme. Grazie e arrivederci.