Voci dal Confine: un nuovo approccio a migrazione e integrazione

Nonostante i temi dell’integrazione e della promozione della diversità siano da anni un obiettivo sia in America che nel Nord Italia, essi negli ultimi mesi hanno acquisito ancora più importanza. Sono stati svariati i progetti creati dalle cittè del nord con lo scopo di incoraggiare la discussione riguardo questi temi, ora che l’Italia si trova a dover gestire gli effetti di un’importante situazione migratoria. Nei giorni 19 e 20 giugno, il Consolato USA a Milano ha partecipato all’organizzazione di due eventi relativi a migrazione e integrazione a Torino e a Milano insieme alla Dottoressa Gabriella Sanchez, assistente universitaria degli Studi sulla Sicurezza, membro di facoltà per la ricerca dell’Istituto Nazionale per gli Studi sulla Sicurezza dell’Università di El Paso in Texas, nonchè attuale membro del Centro di Politica Migratoria e capo della Ricerca di agevolazione della Mobilità press l’Istituto Universitario Europeo di Firenze. Mercoledì 20 giugno la Professoressa Sanchez ha preso parte a un dibattito dal titolo “Un altro tipo di confine: Bardonecchia”, insieme a Francesco Avato, sindaco di Bardonecchia, e l’attivista Roland Siewe presso l’Università di Torino, al Campus Einaudi.

Essendo la professoressa Sanchez una specialista nel campo della Sicurezza Nazionale, nonchè lei stessa una immigrata dal Messico agli Usa, la sua esperienza poliedrica di migrazione e integrazione è ben radicata sia nella vita professionale, che in quella personale. Il suo incontro con gli studenti riguardo le sue esperienze sottolinea quanto il tema della migrazione sia complicate a livello umano e quanto debba essere valorizzato tanto nei media, quanto nei dibattiti politici. Ha inoltre affrontato il tema del sessismo e della corruzione subiti dai migranti in una zona di contrabbando. Sanchez ha poi parlato del bisogno di una strategia che vada oltre la mera beneficienza pecuniaria così da poter migliorare la vita dei migranti. La Prof. Sanchez ha fornito una spiegazione sulla distorsione narrativa della questione migranti dei media basata su aspetti criminali e traumi. Secondo la sua esperienza, in questo modo è ancora più complicato occuparsi di una tematica che perde di importanza umanitaria, per lasciare spazio solo al sensazionalismo

In seguito la Prof. Sanchez ha preso parte a una tavola rotonda organizzata presso la sede di FIERI, Istituto di ricerca indipendente specializzato in immigrazione ed integrazione, con altri 10 docenti universitari e ricercatori sul tema della lotta al traffico di migranti lungo il confine tra Stati Uniti e Messico e come ciò si relaziona alla situazione dei migranti in Europa.

Giovedì 21 Giugno, la Dottoressa Sanchez ha parlato di migrazione alla conferenza “Voci dal Confine. Una storia da raccontare. Per davvero.” organizzata dall’associazione Amref Health Africa e tenutasi a Palazzo Marino a Milano.

Luigi Manconi (Senatore del Partito Democratico Italiano) e Pierfrancesco Majorino (Ass. Politiche sociali, Salute e Diritti) sono intervenuti a fianco di Sanchez, entrambi enfatizzando  il bisogno di una prospettiva più ampia sul tema della migrazione, soprattutto, in un momento tanto importante per la situazione italiana.

La Dottoressa Sanchez ha comunicato al pubblico che i centri di accoglienza e la separazione di famiglie sul confine non è una novità, ma è solo tramite la natura provocatoria dei media che ha ricevuto così tanta attenzione. Pertanto, per migliorare seriamente la situazione dei migranti, la questione deve essere affrontata come problema reale che esiste da anni, e non come fenomeno estemporaneo raccontato sui social media.

La professoressa Gabriella Sanchez si è concentrata sulla necessità di essere attenti all’uso della parola quando si tratta di questioni migratorie, poichè potrebbe contribuire alla ‘criminalizzazione’ della migrazione. Paola Beretta (Carta di Roma e Osservatorio NGO) ha ripetuto quanto i toni presenti nei media italiani siano aggressivi nei confronti della migrazione. Altri hanno sostenuto ancora questa opinione, tra cui Elisabetta Soglio (Corriere della Sera), secondo la quale i media dovrebbero diffondere messaggi positivi utili a cambiare la prospettiva delle persone, e Iyad Kallis (Network for Refugee Voices), che ha consigli  di smettere di identificare i migranti con la crisi, e piuttosto di cercare di inquadrare il problema e aiutare gli stranieri in difficoltà.